Moderatrice: Simona Oddo Casano
Relatrici: Gaia Di Scalzi (Italia), Ana Gaitero (Spagna), Diva Criado (Spagna), Herng Su (Taiwan), Marcia Scantlebury (Cile)
Il Congresso AMMPE, rinviato più volte a causa del Covid, ha necessariamente dovuto trattare le ripercussioni che questa pandemia ha generato nella società e nei diversi ambiti di vita (personale e professionale), con particolare riguardo a ciò che ha significato per le donne. Con questo incipit è iniziato il panel coordinato da Simona Oddo Casano, durante il quale sono stati forniti alcuni dati molto preoccupanti sia su quello che è stato sia su quello che potrebbe essere in un futuro a media distanza temporale, in assenza di correttivi.
La prima relatrice, Gaia Di Scalzi, giornalista direttrice della Società di consulenza integrata “Utopia” e conduttrice del format web su donne ed empowerment “Strongher”, ha illustrato lo specifico della situazione italiana pre e post pandemia: quale è stato il ruolo delle donne durante la pandemia in considerazione del fatto che, da sempre, sono le uniche “care giver”; come è cambiato il mondo del lavoro per le donne, da sempre afflitto dall’obbligo di equilibrismo tra l’essere madre e lavoratrice, nonché dalla loro ridottissima presenza nei ruoli apicali delle pur differenti situazioni lavorative.
Ma, oltre al tema del Covid, è stato approfondito anche quello della violenza di genere, che va combattuta con leggi specifiche e contro la quale c’è ancora molto da fare.
Ed ecco allora la seconda relatrice, Ana Gaitero, giornalista, militante in Gamag Europa (Movimento globale per promuovere l’uguaglianza di genere attraverso i media), che ha introdotto questo tema con uno sguardo all’Europa, fornendo le preoccupanti percentuali delle donne vittima di violenza fisica o sessuale. Ha ricordato poi l’esistenza di una “Strategia Europea per la Parità di Genere” (2020-2025) e sottolineato come, per la sua efficacia, i singoli Stati debbano identificare indicatori comuni e fornire dati comparabili: un coordinamento a oggi non ancora realizzato.
Ancora sulla violenza di genere è intervenuta la terza relatrice, Diva Criado, avvocatessa, giornalista e scrittrice sui diritti umani, autrice del libro “Le donne nella politica colombiana”. Nel suo intervento, di prospettiva, ha rilevato l’imprescindibile necessità sia di una specifica legislazione contro la violenza di genere sia di una profonda attenzione all’ambiente in cui la violenza matura, apparentemente ascritta alla vita privata delle donne, ma in effetti ascrivibile a tutta la società: esistono infatti ancora molti stereotipi, abitudini culturali, indifferenza sociale, ostacoli e disuguaglianze che promuovono/mantengono discriminazioni e violenza.
E’ stata poi la volta di Herng Su, Vicepresidente dell’Università Nazionale Chengchi di Taipei ed editorialista del “United Daily News” su nuove tecnologie di comunicazione media e politica che, in collegamento da un Paese oggi in una situazione molto difficile per la propria libertà, ha affrontato il tema delle informazioni (e dei sistemi di comunicazione in generale) durante la pandemia. Questo è stato lo spunto per ricordare a tutte come essere giornalisti corretti significhi fare ricorso a fonti affidabili e veritiere, verificare scrupolosamente i fatti, fornire informazioni attendibili.
Ha poi concluso il panel Marcia Scantlebury, giornalista, Presidente del Museo della Memoria e dei Diritti Umani di Santiago del Cile. Il suo intervento, emozionante nella descrizione di quello che il Museo rappresenta per tutte le persone che credono profondamente nella democrazia e nella libertà, ha voluto essere una testimonianza di quanto sia importante la presenza e il coinvolgimento diretto delle donne nella fase di ricostruzione che i Paesi si trovano spesso a dover affrontare, dopo un colpo di Stato (come nel caso del Cile), dopo un’imprevedibile emergenza planetaria (come nel caso della pandemia).