Moderatrice: Raffaella Pergamo
Relatrici: Nadia Scialabba (Italia), Raffaella Zucaro (Italia), Marica di Pierri (Italia), Fernanda Gallo (Italia), Lorena Rosales (Guatemala), Elisabeth Mejia (Messico), Dario Dongo (Italia)
La moderatrice RAFFAELLA PERGAMO introduce il tema ricordando che il CREA (di cui fa parte come esperta), rappresenta il più importante ente di ricerca italiano sull’agroalimentare, articolato in 12 Centri di Ricerca, dislocati su tutto il territorio nazionale (19 Regioni) suddivisi in 6 Centri di Ricerca Disciplinari e 6 Centri di Ricerca di Filiera. L’attività di ricerca dell’Ente è orientata principalmente a due diversi livelli: il supporto istituzionale e la ricerca applicata sui sistemi agricoli e di filiera.
La moderatrice ritiene che il tema del cambiamento climatico sia molto dibattuto, non solo perché è un obiettivo dell’Agenda 2030, ma anche perché una serie di politiche convergono nel sottolineare la necessità di cambiare rotta. La sostenibilità dei sistemi di produzione agroalimentare in relazione alla scarsità d’acqua e al degrado del suolo, ai cambiamenti climatici e alla minaccia alla sicurezza alimentare è una delle sfide più urgenti e condivise a livello europeo e nazionale. È infatti opinione consolidata che la gestione e l’uso sostenibile di risorse naturali come l’acqua e il suolo sia un prerequisito cruciale per ottenere un sistema agricolo resiliente ai cambiamenti climatici in atto e ai rischi che essi comportano, e che sia in grado di garantire la crescita del settore agroalimentare, tenendo conto delle esigenze delle generazioni future.
L’argomento proposto da NADIA SCIALABBA, ecologa con 33 anni di esperienza presso l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), Roma, Italia, riguarda le politiche climatiche sugli allevamenti zootecnici. Le emissioni di metano enterico spingono i governi a limitare gli allevamenti al pascolo, il che si traduce in un trend sbagliato per non dire disastroso per gli allevamenti al pascolo, mentre le aziende agricole con produzione intensiva restano impunite.
Il video intervento di RAFFAELLA ZUCARO, direttrice del Consorzio Emiliano Romagnolo, riguarda l’importanza dell’operato femminile nel mondo delle bonifiche con una particolare attenzione al territorio emiliano romagnolo, dove le donne ricoprono anche ruoli di vertice. L’azione svolta dai Consorzi è molto importante nell’affrontare le emergenze derivanti dai cambiamenti climatici come gli eventi siccitosi, soprattutto garantendo il presidio del territorio in termini di reticolato idrografico.
L’argomento di MARICA DI PIERRI, direttrice responsabile di EconomiaCircolare.com, giornalista e divulgatrice, è co-fondatrice del CDCA – Centro Documentazione sui Conflitti Ambientali, è quello degli accordi sul clima dai target di riduzione al phase out dal carbone, dall’orizzonte zero emission alla finanza climatica, per i quali il 2022 è l’anno decisivo ma con alcune situazioni preoccupanti, perché se è vero che il 90% dei paesi si è impegnato a stabilire entro quando azzerare le emissioni, la Cina e la Russia hanno preso 10 anni di più di quanto raccomanda la scienza – 2060 invece che 2050; l’India ha annunciato che punta al 2070.
Sarà necessario ribadire nella COP27 che ci sarà a breve , la necessità di un patto storico tra le economie sviluppate e quelle emergenti: un patto di solidarietà climatica, in cui tutti i paesi compiono uno sforzo in più per ridurre le emissioni in questo decennio in linea con l’obiettivo di 1,5 gradi.
L’intervento di FERNANDA GALLO, vicepresidente Internazionale di Zonta International e della sua Foundation for Women per il biennio 2022-24, ha riguardato il legame tra cambiamenti climatici e la questione di genere, considerato che le donne sono riconosciute come più vulnerabili agli impatti dei cambiamenti climatici e in caso di disastri ambientali sopportano la maggior parte delle conseguenze, e pertanto sono necessarie misure che tengano conto del genere. Allo stesso tempo il contributo delle donne alla costruzione di un futuro sostenibile si è dimostrato altamente significativo a tutti i livelli (dagli organi di governo alla leadership delle aziende private, dalle azioni e misure di advocacy globali a quelle locali), tuttavia le donne sono fortemente sottorappresentate nelle posizioni decisionali e ai tavoli delle trattative.
L’intervento di LORENA ROSALES, giornalista, esperta di pubbliche relazioni e comunicazione strategica, docente universitario in Sviluppo Sostenibile e consulente in Responsabilità Sociale di impresa in Guatemala, ha evidenziato la necessità di un cambiamento dei modelli di produzione e consumo per una gestione più efficiente delle materie prime, riducendo gli sprechi alimentari, promuovendo un uso controllato dei composti chimici e riducendo gli scarti. Tutto questo perché il tenore di vita dei Paesi a più alto reddito è la causa di un inquinamento maggiore anche per i Paesi più poveri a cui vengono richiesti materie prime ed energia in maniera incontrollata e, soprattutto, dannosa per l’ambiente.
La discussione di ELISABETH MEJIA Perez Campos, insegnante di Educazione di Base, laureata in archeologia e dottore in antropologia presso la Scuola Nazionale di Antropologia e Storia in Messico, è stata incentrata sulla gestione delle conseguenze dei cambiamenti climatici sul patrimonio mondiale, considerato che ICOMOS (International Council of Monuments and Sites) per il 2020 ha pubblicato la sua dichiarazione sul patrimonio culturale e l’emergenza climatica, riconoscendo che questo cambiamento rappresenta un’emergenza di tutta l’umanità.
L’argomento di DARIO DONGO, avvocato e giornalista esperto in diritto alimentare e dei consumatori a livello europeo e internazionale ed attivista per i diritti delle persone con disabilità, presidente dell’associazione Egalité, è stato quello della mobilità sostenibile con particolare attenzione alla necessità di un ammodernamento delle infrastrutture esistenti nelle grandi città, che consentirebbe non solo la mobilità in sicurezza di persone fragili e con varie difficoltà motorie, ma anche un minore inquinamento con l’uso diffuso di mezzi poco inquinanti come la bici. Allo stesso modo, il completamento e la previsione di nuovi percorsi pedonali, oltre che ciclabili, consentirebbe il raggiungimento delle zone lavorative centrali con minore difficoltà, alleggerendo il traffico delle ore centrali.